di MR
Narrare di sé è una delle più antiche attività dell’essere umano, possiamo definirlo un bisogno primario non meno importante del bisogno di vicinanza, potremmo anzi interpretarlo come uno strumento preziosissimo per comprendere meglio se stessi e il mondo, ridare senso e significato alla propria storia, gettare basi per possibili futuri cambiamenti. Il tramite d’eccellenza del metodo autobiografico è senz’altro la scrittura che ci permette, operando un distanziamento che con il racconto verbale appare più difficile, di “stare davanti” alle storie della nostra vita. La giusta distanza tra noi e l’evento autobiografico che pone la scrittura ci permette “qui e ora” di meglio capire ed eventualmente accettare ciò che è accaduto “là e allora” attraverso la messa in opera di un processo autoriflessivo che si riattualizza e si ridefinisce. Essere spettatori della propria vita attraverso il racconto ci permette di illuminare aspetti e momenti delle nostre storie che ci apparivano sconosciuti , scrivere di sé diviene un modo per trasformare e interpretare i propri sentimenti in una chiave diversa, la decodifica e l’ accettazione di questo materiale indigerito aiuta nella comprensione si se stessi e degli altri.